SOUL LANDSCAPES
ARTESPRESSIONE
catalogo a cura di
MATTEO PACINI
Osservando un artista alle prese col quotidiano, si possono individuare affinità tra i suoi comportamenti e i principali caratteri distintivi del suo linguaggio artistico.
A prima vista, Dimitris Koukos appare ruvido e distaccato. Pochi i convenevoli inziali e poche le smancerie di rituale. Si ha l’impressione di avere a che fare con una persona riservata e schiva, ma che già dalla vigorosa stretta di mano lascia trapelare un carattere deciso e determinato.
Il suo studio lo rappresenta alla perfezione: essenziale e privo di fronzoli, si respira arte già da fuori della porta, al riparo dal caos ma a un passo dal movimento della città.
E’ proprio così che all’artista piace vivere: partecipe e socialmente presente, ma con la facoltà di potersi appartare per elaborare i propri pensieri. È a una certa distanza, infatti, che si ha un punto di osservazione privilegiato delle cose, più distaccato e d’insieme.
Grande osservatore della realtà, Koukos, si dimostra persona attenta e cordiale, semplice e riflessiva, uomo misterioso e dallo sguardo serio, ma dalla risata contagiosa.
Osservare un suo dipinto è come avviare il processo contrario della messa a fuoco di un soggetto lontano che, con la vicinanza, tende a diventare nitido e definito. Infatti, i paesaggi di Koukos, che osservati da lontano risultano chiari e definiti, tendono, man mano che ci si avvicina, ad un disfacimento delle forme proprio di una rappresentazione astratta piuttosto che paesaggistica.
Il suo stile si discosta dalla definizione oggettiva di “astratto” come rappresentazione della realtà distaccata da qualsiasi riproduzione del vero.
Le sue composizioni sono testimonianza di una lingua pittorica riconoscibile, personale e unica. Sono il risultato di un’evoluzione continua che porta a catturare quante più sensazioni possibili, immortalandole velocemente nella tela, e a tralasciare il superfluo.
Nella pittura di Dimitris Koukos ogni colore corrisponde a un sentimento e a un’ emozione. L’artista sostiene il peso di questo sentire emozionale e, nelle forme che diventano indefinibili, si rintracciano elementi di architettura, monti, porti, città, isole.... paesaggi lontani.
Dentro l’astrazione di Koukos s’intuiscono i sentimenti della forma perduta, che è nostalgia di quanto i suoi occhi hanno visto, visioni di cui rimangono segnali nei segmenti cromatici.
Alla velocità dei tratti, che sulla tela lasciano grumi di materia, si contrappone il minuzioso lavoro di ricerca del colore. Esso è l’anima di un corpo, ne rappresenta l’essenza in grado di risvegliare il ricordo che inconsciamente dà forma e identità a una macchia informe.
Il rapporto con la sua terra, poi, è viscerale. E’ un legame attraverso il quale essa lo attira a sé anche nell’atto del dipingere in quanto è a terra che Koukos stende le tele e dà vita alle sue opere. In ginocchio e ricurvo come se volesse prostrarsi al suo cospetto, la ritrae ripetutamente, ma con luci e stati d’animo differenti. Paros, Tinos, Kithira, Saronide, Aegina soprattutto, sono i luoghi che a lui piace frequentare, imprigionando nella tela sensazioni da rendere eterne.
Matteo Pacini